San Martino Valle Caudina

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San Martino Valle Caudina
comune
San Martino Valle Caudina – Stemma
San Martino Valle Caudina – Veduta
San Martino Valle Caudina – Veduta
Il centro storico con la chiesa di San Giovanni Battista
Localizzazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Regione Campania
Provincia Avellino
Amministrazione
SindacoPasquale Pisano (lista civica) dal 5-6-2016
Territorio
Coordinate41°01′35.76″N 14°39′55.44″E / 41.0266°N 14.6654°E41.0266; 14.6654 (San Martino Valle Caudina)
Altitudine315 m s.l.m.
Superficie22,92 km²
Abitanti4 770[1] (31-7-2023)
Densità208,12 ab./km²
FrazioniCampanino, Casadami, Clementi, Crocevia, Girone, Iardino, Innocenzi, La Pietra, Mancini, Masseria Teti, Poeti, Quercino, Rocchi, San Palerio, Stazione di San Martino Valle Caudina (Scalo), Tedeschi, Tufara Valle, Vernilli, Vitaliani
Comuni confinantiAvella, Cervinara, Montesarchio (BN), Pannarano (BN), Roccabascerana, Sperone
Altre informazioni
Cod. postale83018
Prefisso0824
Fuso orarioUTC+1
Codice ISTAT064083
Cod. catastaleI016
TargaAV
Cl. sismicazona 2 (sismicità media)[2]
Cl. climaticazona D, 1 794 GG[3]
Nome abitantisammartinesi
Patronosan Martino di Tours
Giorno festivo11 novembre
Cartografia
Mappa di localizzazione: Italia
San Martino Valle Caudina
San Martino Valle Caudina
San Martino Valle Caudina – Mappa
San Martino Valle Caudina – Mappa
Localizzazione del comune in provincia di Avellino
Sito istituzionale

San Martino Valle Caudina è un comune italiano di 4 770 abitanti della provincia di Avellino in Campania.

Geografia fisica[modifica | modifica wikitesto]

È situato ai piedi del monte Pizzone e del monte Teano, facenti parte dei monti del Partenio. Ha un'altezza sul livello del mare che varia da 197 m a 1525 m.

Il territorio di San Martino Valle Caudina è caratterizzato da fertili terreni a valle del paese e una rigogliosa vegetazione a nord con fitti castagneti e faggeti.

Storia[modifica | modifica wikitesto]

Le origini[modifica | modifica wikitesto]

Per l'età romana e i primi secoli dell'Alto Medioevo (fase gotica, bizantina, ducato longobardo di Benevento), il territorio di San Martino risulta legato all'antica città di Caudium.

L'alto Medioevo[modifica | modifica wikitesto]

Dei primi riferimenti impliciti a San Martino si hanno al tempo dei Santi Palerio, Vescovo di Telesia ed Equizio, suo diacono. Siamo nel IX secolo e le incursioni saracene rendono difficile la vita nel territorio del Principato di Benevento. In seguito all'assedio e alla rovina di Telesia, i due religiosi fuggirono "per andarsi a ricoverare ne’ Monti Irpini". Il culto di questi santi è ancora attivo a San Martino, anche se le reliquie subirono una sorte particolare: dimenticate per secoli, vennero ritrovate solo il 17 dicembre 1163 da tale Maraldo, forse un notaio[4].

L'età Normanno-Sveva[modifica | modifica wikitesto]

Dei riferimenti certi a San Martino Valle Caudina si hanno nel Catalogus Baronum, un elenco dei baroni del Regno di Sicilia fatto realizzare da Ruggero II nel XII secolo. In questo testo è scritto che il feudo venne tenuto dal conte Gionata di Carinola, un discendente della dinastia Drengot, insieme alla vicina Airola e a Conza della Campania. A Gionata segue il figlio Riccardo, erede anche dei feudi di Carinola e Conza[5].

In età sveva, San Martino risulta feudo di Marino da Eboli[6], stretto collaboratore dell'Imperatore Federico II. Nel 1253, però, partecipa a una congiura contro Manfredi di Svevia, figlio ed erede di Federico II. Scoperto da Manfredi, Marino da Eboli viene imprigionato a Castel del Monte e accecato insieme al figlio.

Il feudo passa quindi a Corrado Capece[7], fedelissimo di Manfredi[8].

Gli Angioini e i Della Leonessa[modifica | modifica wikitesto]

Con la sconfitta di Manfredi di Svevia a Benevento (1266), San Martino torna alla famiglia di Marino da Eboli, nella persona di sua figlia Zaffridina, e del marito di lei, Tommaso di Aquino[9].

I Della Leonessa, entrati in possesso di diversi feudi della Valle Caudina (Montesarchio 1270, Airola 1291-92), per volontà dei Re angioini, acquistano il castello di San Martino con il suo territorio il 19 gennaio 1343[10].

La discendenza della famiglia della Leonessa continuò fino al 1797 con Giuseppe Maria, duca di San Martino. Estinto il ramo maschile il titolo passò per filiazione femminile ai Ruffo e con Carolina Ruffo ai Pignatelli principi di Monteroduni. Il titolo è oggi conservato nella persona del duca Giovanni Pignatelli della Leonessa, attuale proprietario del castello intorno al quale si formò il borgo medioevale.

Famiglia Del Balzo (de Baux)[modifica | modifica wikitesto]

Caterina de Bauciis (del Balzo) acquisì la Terra di San Martino dopo la morte del marito Guglielmo Scotto che la portò come dote nel (1341).

Famiglia Del Balzo[modifica | modifica wikitesto]

Palazzo Cenci Bolognetti - Del Balzo

Erano baroni del suffeudo La Mensa per concessione di Fabio Maria della Leonessa, duca di San Martino e principe di Sepino, padrone di Ceppaloni, Roccabascerana e Terranova Fossaceca.

Nel 1860 Francesco Del Balzo fu nominato sindaco di San Martino da Francesco De Sanctis. Il figlio, Carlo del Balzo (1853-1908), fu scrittore, giornalista e deputato; scrisse vari romanzi tra cui: Napoli e i Napoletani, Parigi e i parigini (che ottenne un'accoglienza favorevole anche da Benedetto Croce); fu amico di Giovanni Verga e Matilde Serao. Pubblicò dieci romanzi documento e ben quindici volumi sul tema "Poesie di mille autori intorno a Dante Alighieri". Girolamo Beltramo Del Balzo fu sindaco di San Martino, eletto deputato di Avellino e Baiano nel 1873 (XV Legislatura) sconfiggendo De Sanctis. Fu Cavaliere dell'Ordine della Corona d'Italia e dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro.

Famiglia Imbriani[modifica | modifica wikitesto]

Matteo Renato Imbriani figlio del letterato Paolo Emilio (1808 - 1877), nacque a Napoli il 28 novembre 1843. Venne eletto deputato nelle elezioni del 1897 dopo aver superato in ballottaggio il candidato Alessandro Modestino. Ritornò alla Camera nel 1900 come deputato del collegio di Jesi e ne uscì definitivamente nel 1904 dopo la caduta del suo collegio. La sua presenza fu incisiva nelle scelte dell'estrema sinistra. Morì a San Martino nella sua amatissima "Casa Giulia" il 12 settembre 1901.

Simboli[modifica | modifica wikitesto]

Lo stemma e il gonfalone sono stati concessi con DPR del 23 novembre 1998.

«Di rosso, all'effigie di san Martino, visto di tre quarti verso destra, il viso abbassato e voltato verso sinistra, viso, avambracci, mani, ginocchio, parte della gamba, di carnagione, capelluto d'argento, vestito con tunica di verde, ammantato d'azzurro e calzari di nero, montato su un cavallo passante, dello stesso, crinito e bardato di nero, tenente con la mano destra, una spada d'argento, posta in sbarra, nell'atto di tagliare il mantello, posto in palo, tenuto con la mano sinistra, posta in fascia, accompagnato da un uomo, visto di tre quarti verso destra, pure di carnagione, capelluto e barbuto di nero, cinto solo con mezza tunica di verde. Ornamenti esteriori da Comune.»

Il gonfalone è un drappo rettangolare di colore verde.

In precedenza il comune utilizzava ufficiosamente uno stemma che rappresentava un guerriero armato, su un cavallo passante, che si potrebbe identificare con Giovanni della Leonessa, figlio di Errico e Guglielma Cantelmo, che nel 1343, comprò la terra di San Martino dalla regina Sancia pagando 800 once. Il gonfalone era un drappo interzato in fascia di verde, di bianco e di rosso.

Monumenti e luoghi d'interesse[modifica | modifica wikitesto]

Architetture religiose[modifica | modifica wikitesto]

Chiesa di San Martino Vescovo

Architetture civili[modifica | modifica wikitesto]

Architetture militari[modifica | modifica wikitesto]

Il castello innevato
Il castello medievale sovrasta il centro storico del paese. Il suo impianto è normanno, ma le sue origini potrebbero essere altomedievali. La costruzione è stata molto modificata ed arricchita durante il XVII e il XVIII secolo. Interessanti il salone affrescato con le gesta della famiglia della Leonessa, il mobilio d'epoca, i resti del sistema di difesa bassomedievale e l'orto-giardino.

Altro[modifica | modifica wikitesto]

  • Obelisco di Piazza Santa Maria
  • Fontana del Salvatore
  • Fontanelle
  • Monumento ai Caduti, opera realizzata da Carmine Lengua 1989

Aree naturali[modifica | modifica wikitesto]

  • Mafariello, località meta di molti turisti nei mesi estivi, grazie alla fonte di acqua oligominerale e un'ampia area adibita per pic nic
  • Percorso lungo il torrente Caudino
  • Sentiero Italia

Società[modifica | modifica wikitesto]

Evoluzione demografica[modifica | modifica wikitesto]

Abitanti censiti[11]

Etnie e minoranze straniere[modifica | modifica wikitesto]

Al 31 dicembre 2016 nel territorio di San Martino Valle Caudina risultano residenti 122 cittadini stranieri. Le comunità più estese sono quelle di:

fonte Istat

Cultura[modifica | modifica wikitesto]

Musei[modifica | modifica wikitesto]

  • Galleria Civica di Arte Contemporanea, ospitata nel palazzo municipale.

Cinema[modifica | modifica wikitesto]

In Piazza XX Settembre sono state girate alcune scene de L'uomo in più di Paolo Sorrentino. Nel backstage del DVD in commercio si vede la scena del ritorno ad un concerto di piazza, quasi deserto, da parte del protagonista (Toni Servillo), e ci sono inquadrature di persone di San Martino.

Nel 1974 nel cinema Cavaccini sono state fatte alcune riprese del film Permettete signora che ami vostra figlia? di Gian Luigi Polidoro con Ugo Tognazzi.

Musica[modifica | modifica wikitesto]

San Martino è menzionata nel testo di Attento Joe di Edoardo Bennato.

Lucio Dalla vi ha cantato in anteprima mondiale Caruso, durante la rassegna San Martino Arte 1986.

Cucina[modifica | modifica wikitesto]

  • Tarallo di San Palerio: tarallo dolce che si tramanda da secoli nella frazione dove furono ritrovate le reliquie dei santi.
  • Gnocchi: è usanza che nel giorno del Santo Patrono si mangi questa pietanza e venga offerta dopo la processione.

Geografia antropica[modifica | modifica wikitesto]

Frazioni[modifica | modifica wikitesto]

  • Poeti: piccola località di circa 19 abitanti che si affaccia di fronte alla frazione di Tufara Valle. La maggior parte degli abitanti emigrò in Australia all'inizio del 1900.[senza fonte]

Infrastrutture e trasporti[modifica | modifica wikitesto]

Il comune è servito dalla stazione di San Martino Valle Caudina-Montesarchio-Pannarano, sulla ferrovia Benevento-Cancello; ed è attraversato dalla strada statale 374 di Summonte e di Montevergine.

Amministrazione[modifica | modifica wikitesto]

Altre informazioni amministrative[modifica | modifica wikitesto]

Il comune fa parte della Comunità montana Partenio - Vallo di Lauro e del Parco regionale del Partenio.

Di seguito è presentata una tabella relativa alle amministrazioni che si sono succedute in questo comune.

Periodo Primo cittadino Partito Carica Note
1985 1990 Luigi Tullio Capuano Democrazia Cristiana Sindaco
1990 1993 Virginio Villanova Partito Socialista Italiano Sindaco
1993 1993 Raffaele Cannizzaro commissario prefettizio Sindaco
1993 1997 Salvatore La Pietra Partito Popolare Italiano Sindaco
1997 2001 Francesco Cocozza Partito Popolare Italiano Sindaco
2001 2006 Francesco Cocozza Partito Popolare Italiano Sindaco
2006 2011 Pasquale Ricci Partito Democratico Sindaco
2011 2016 Pasquale Ricci Partito Democratico Sindaco
2016 2021 Pasquale Pisano Lista civica Sindaco
2021 in carica Pasquale Pisano Lista civica Sindaco

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ Bilancio demografico mensile anno 2023 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
  2. ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
  3. ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
  4. ^ A. Troiano, La Valle Caudina nel Medioevo, Homo Scrivens, 2018, Napoli, p. 46
  5. ^ A. Troiano, La Valle Caudina nel Medioevo, Homo Scrivens, 2018, Napoli, p. 98
  6. ^ Marino da Eboli
  7. ^ Corrado Capece
  8. ^ A. Troiano, La Valle Caudina nel Medioevo, Homo Scrivens, 2018, Napoli, p. 122
  9. ^ A. Troiano, La Valle Caudina nel Medioevo, Homo Scrivens, 2018, Napoli, p.123
  10. ^ A. Troiano, La Valle Caudina nel Medioevo, Homo Scrivens, 2018, Napoli, p. 176
  11. ^ Statistiche I.Stat - ISTAT;  URL consultato in data 28-12-2012.

Bibliografia[modifica | modifica wikitesto]

San Martino Valle Caudina[modifica | modifica wikitesto]

  • Aniello Troiano, La Valle Caudina nel Medioevo, Homo Scrivens, Napoli, 2018
  • Costantino Fucci, San Martino di Valle Caudina, dalle origini al 1860 (1927)
  • Luigi Barionovi, Il borgo medioevale di San Martino Valle Caudina nel Settecento attraverso il catasto onciario
  • Costantino Fucci, Saggio di folclore caudino; i canti popolari di San Martino Valle Caudina (1933)
  • Costantino Fucci, L'arte popolare medica di San Martino Valle Caudina (1934)
  • Costantino Fucci, San Martino di Valle Caudina nella storia e nella cronaca (1935)
  • Gianni Raviele, San Martino Valle Caudina: gli anni della "politica redenzione". Cronistoria del brigantaggio 1860-1864
  • Gianni Raviele, Le ore nere, 1943-1946: cronistoria di una speranza in un paese del Sud (1979)
  • Gianni Raviele, Il Paese di Marcoffe (1985).
  • Gianni Raviele, L'uva matura, Sellino Editore (2007).
  • Mario Cresci, Uno sguardo tra gli altri: San Martino Valle Caudina (1984)
  • Mimmo Jodice, Qui come altrove: San Martino Valle Caudina (1985) introduzione di Gianni Raviele
  • Vincenzo Napolitano, I castelli della Valle Caudina: Airola, Cervinara, Montesarchio, San Martino (1989)
  • Andrzej Dróżdż, Gli Amanti della giustizia. Un parroco giacobino e la sua biblioteca nella società napoletana del XVIII secolo, a cura dell'Ente Provincia di Avellino e del Comune di San Martino Valle Caudina (1999) On line: http://mbc.malopolska.pl/dlibra/doccontent?id=82003&dirids=1
  • Andrzej Dróżdż, Książki i rewolucja. Ks. Antonio Marini - neapolitański jakobin i jego biblioteka, Wydawnictwo Naukowe AP, Kraków 2004
  • Raffaele Lauro, Lucio Dalla e San Martino Valle Caudina - Negli occhi e nel cuore, GoldenGate Edizioni 2016

Santi Palerio ed Equizio[modifica | modifica wikitesto]

  • Costantino Fucci, I Santi Palerio ed Equizio in San Martino Valle Caudina (1926)
  • Mons. Ugo della Camera, Nota pastorale di S.E. Carlo Minchiatti arcivescovo di Benevento; Ugo della Camera in occasione della ricognizione dei resti dei Santi Palerio ed Equizio avvenuta il 5 marzo 1990 (1990)
  • Mons. Pasquale Maria Mainolfi, Testimoni del Vangelo in Terra Caudina: I Santi Palerio ed Equizio a San Martino Valle Caudina (2005)

Voci correlate[modifica | modifica wikitesto]

Altri progetti[modifica | modifica wikitesto]

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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